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Demenza

Cos’è la DEMENZA

Il termine demenza rappresenta un termine "ombrello" usato per descrivere un insieme di sintomi associati a declino delle facoltà mentali sufficientemente grave da interferire con la vita quotidiana. La malattia di Alzheimer rappresenta la forma più conosciuta (50-60% dei casi) seguita dalla demenza vascolare. Contrariamente al pensare comune, la demenza non rappresenta un finale ineluttabile e senza speranze per chi invecchia e non corrisponde al normale invecchiamento cerebrale.

Le stime più recenti a livello internazionale indicano che nel mondo vi sono circa 46,8 milioni di persone affette da demenza con un nuovo caso diagnosticato ogni 3 secondi. Nel 2030 questo dato sarà destinato a raddoppiare. Solo in Veneto oggi 65.000 persone soffrono di queste patologie, l’80% vive a casa e il 25% presenta gravi disturbi comportamentali come vagabondaggio, aggressività o inversione del ritmo sonno-veglia.

Approccio alle demenze in Casa Charitas

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La sempre maggior richiesta di inserimento nella nostra struttura di anziani affetti da demenza ha spinto il Centro Servizi a specializzarsi in un’assistenza mirata, creando uno spazio di vita idoneo in cui è possibile stimolare le capacità residue dell’anziano e contenerne i disturbi comportamentali, limitando l’uso della contenzione farmacologica e fisica. In questo senso, al secondo piano della struttura, è stato creato il nucleo protetto "IRIS" all’interno del quale gli anziani affetti da demenza anche con gravi disturbi di vagabondaggio sono liberi di muoversi in autonomia. 

Il modello assistenziale adottato dal Centro Servizi si basa sul Metodo Gentlecare, un approccio che si sviluppa a partire dalla comprensione profonda della malattia e del tipo di disabilità che provoca, per poi cogliere e valorizzare le capacità residue del malato, la sua storia e i suoi desideri nell’intento di perseguire il suo benessere con un sistema in grado di sostenerlo. Questo modello si traduce in un approccio di assistenza definito PROTESICO in cui tre componenti – programmi, persone e spazio fisico – sono alla base della definizione di ogni specifico progetto mirato al sostegno della persona affetta da demenza.

Programmi

La fase di pre/inserimento dell’anziano affetto da demenza in struttura avviene in modo attento e puntuale tenendo conto della sua storia clinica e delle sue esperienze di vita, al fine di limitare il trauma di questo passaggio caratterizzato da perdita di riferimenti, tanto per la persona quanto per coloro che fino a quel momento l’hanno assistita (caregiver).

Dopo i primi giorni d’ingresso l’equipe multidisciplinare di Casa Charitas composta da tutte le figure professionali di riferimento (medico, infermiere, OSS, fisioterapista, educatore, logopedista, assistente sociale e psicologo) definisce all’interno del Piano Assistenziale Individualizzato un programma assistenziale personale basato su elementi biografici e di contesto, mirato a potenziare i livelli di autonomia e autodeterminazione dell’anziano affetto da demenza. Questo programma sarà poi condiviso con i famigliari e rivisto ogni sei mesi. L’inserimento di una persona affetta da questa patologia richiede comunque un tempo di assestamento più lungo rispetto ad altri anziani, pertanto il programma assistenziale personale andrà costantemente adattato nel primo periodo in condivisione con la famiglia.

Persone

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L’equipe multidisciplinare di Casa Charitas è adeguatamente formata nell’assistenza all’anziano affetto da demenza secondo l’approccio centrato sulla persona di Tom Kidwood e attua comportamenti di "psicologia sociale benigna" nel rapporto con l’anziano, orientati a limitarne i disturbi comportamentali. Tutte le figure professionali che assistono l’anziano nelle sue attività giornaliere mirano alla stimolazione delle abilità residue dell’anziano sia cognitive che emotive. Inoltre un team di professionisti attua regolarmente un programma di stimolazione multistrategica mirato alle capacità sensoriali (vista, udito, tatto, olfatto), cognitive (tra cui memoria, linguaggio, attenzione ed orientamento spazio-temporale), motorie, di socializzazione ed emotive (p.e. terapia della bambola).

Spazio fisico

Il modello Gentlecare attribuisce un ruolo cruciale all’elemento SPAZIO nel piano di cura. L’ambiente, inteso come sintesi di molti elementi connessi con la soggettività della persona (familiarità, esperienze ed emozioni private) preordina la costruzione dell’ambiente protesico sviluppato nel nucleo IRIS ed ispirato ai seguenti criteri guida:

  • Sicurezza: eliminazione di ostacoli ed oggetti pericolosi, dotazione di "letti Alzheimer", sensori di movimento e varchi protetti.
  • Facilità di accesso e mobilità: riduzione della contenzione fisica e attenuazione dei disturbi comportamentali.
  • Funzione ed attività: definizione degli ambienti e degli oggetti con la propria funzione attraverso mirata differenziazione cromatica ed opportuna simbologia; adozione di contrasti cromatici che migliorano la definizione dello spazio e degli oggetti dallo sfondo; scelta di arredi ed oggetti che tengano conto il più possibile del proprio passato.

Per ogni anziano i risultati ottenuti nelle attività di cura e assistenza vengono condivisi all’interno dell’equipe multidisciplinare e orientano la ridefinizione del progetto individualizzato sulla scorta dei mutevoli bisogni assistenziali espressi dalla persona affetta da demenza.

Del progetto di cura ed assistenza e dei risultati ottenuti vengono regolarmente informati i caregiver, in vari momenti di condivisione sia individuale che di gruppo.

 

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